Convegno 1998
September 1998 was an exciting time for the Trevisani. It was the year we celebrated the 20th anniversary of our organization. It was decided to host a convegno to showcase our beautiful city and to meet friends from far away. There were 3 fun filled days of sightseeing, meetings and of course our gala dinner.
The first event on Friday, September 11th was our Convegno which brought together many other Trevisani associations from other parts of Canada as well as Italy. Special guests from Treviso included Don Canuto Toso, Riccardo Masini and Piero Doimo and from Rome Monsignor Liberio Andreatta. The topic for the convegno was “Ieri, Oggi, Domani” or “Yesterday, Today and Tomorrow”, which brought up many original and insightful discussions from the panel members.
That evening, the Gala Dinner was held at the Plaza of Nations, with 1000 guests attending a fabulous evening of food, wine, singing and dancing. This night was capped off with a spectacular debut performance by the Gruppo Folcloristico Trevigiano Veneto, who entered with lit candles singing L’Inno Trevigiano. This was a night not soon forgotten by all who attended.
On Saturday morning guests set sail for a sightseeing cruise of Burrard Inlet and Indian Arm on a ship festooned in green white and red to celebrate again, with food and wine and much recollecting of stories from the old country.
Saturday night was another fun filled evening at St. Helen’s Hall where over 400 guests were treated to a Multicultural Night with dancers, singers and performers from all over the world coming together to celebrate with the Trevisani. Dinner this evening was “alla casalinga” or homestyle cooking reminiscent of the old days back home and complemented of course with plenty of wine.
To complete this weekend of festivities Monsignor Andreatta celebrated mass at St. Helen’s Church for the Trevisani and their families. This was an ideal ending to a wonderful 3 days of food, fun and friendship.
Convegno 1998
Con la terra d’origine mantengono un indissolubile legame d’affetto. E’ il luogo dove amano andare in vacanza, per ritrovare parenti e origini. Per risvegliare quei moti del cuore che hanno radici profonde. Ma per quei trevigiani intraprendenti che hanno trovato stimoli e coraggio per strapparsi da affetti e certezze, la patria è ormai Vancouver, città bella per antonomasia, al cui fascino ha però contribuito anche quella moltitudine di trevigiani giunti nel secondo dopo guerra soprattutto da San Zenone degli Ezzelini, ma anche da Volpago e Istrana.
Proprio Vancouver è stata teatro nel mese di settembre del XIII convegno dell’Associazione trevigiani nel mondo, coinciso con il ventennale della sezione e con il 25° di fondazione dell’Associazione.
Tre giorni di dibattito e incontri ufficiali dove il legame d’affetto ha avuto il sopravvento sulla nostalgia. Ma anche giornate di festa, con serate di gala, incontri multiculturali ed esibizioni di gruppi etnici, nel vero spirito di chi si sente cittadino del mondo ma sa riconoscere il richiamo delle proprie radici.
Uniti da questo spirito si sono ritrovati in mille in una "Plaza of Nations" illuminata a giorno, per celebrare i riti della trevigianità di origine. Da Treviso sono arrivati i dirigenti Atm don Canuto Toso, Riccardo Masini e Piero Doimo. Da Roma è giunto invece mons. Liberio Andreatta, che ha annunciato l’insediamento a Roma del "Centro accoglienza italiani nel mondo" in vista del Giubileo. Insieme, dirigenti italiani e canadesi hanno tracciato bilanci e progetti.
Numerosa anche la partecipazione alla celebrazione svoltasi nella chiesa di sant'Elena in Burnaby, come ci comunica Anna Maria Zampieri Pan. La solenne cerimonia è stata concelebrata da mons.Lorenzo Sabatini e da mons. Liberio Andreatta. A testimonianza e ricordo di questo particolare momento di gioia e riflessione la Trevisani nel mondo, di Vancouver, grazie all'aiuto di alcuni sponsor, ha curato una pubblicazione di cento pagine intitolata "Ieri, oggi, domani" che si chiude con toccanti parole rivolte da una giovane ai genitori e ai loro amici: "Ieri siete venuti per affrontare una nuova vita, avete lavorato, sacrificato, instillato valori religiosi e morali da trasmettere alla vostra famiglia. Oggi continuate a guidarci ed educarci; e domani noi andremo avanti e faremo lo stesso... ameremo, impareremo ed onoreremo la vostra eredità e useremo i talenti che Dio ci ha dato, al meglio delle nostre abilità".
Intraprendenza e creatività del popolo veneto in questi anni hanno fatto scuola anche a Vancouver, dove oggi si contano ben 140 ditte di origine veneta, che operano nel settore dell’edilizia e affini, come ha ricordato Tarcisio Boffo, presidente dell’Atm locale. La sua ditta sta realizzando complessi imponenti, in grado di dare alloggio fino a 600 famiglie alla volta. I fratelli Bosa, partiti da San Zenone, hanno risposto negli anni Cinquanta a un richiamo collettivo verso Vancouver, fino a ritrovarsi in undici che, con relative famiglie, hanno dato vita a una vera e propria colonia. Da allora hanno realizzato grattacieli e costruzioni di straordinaria bellezza.
Ilario Sovernigo, originario di Istrana, si è specializzato invece nella costruzione di piscine, particolarmente richieste nella città canadese, ricevendo anche importanti premi internazionali.
Ma i trevigiani di Vancouver si stanno distinguendo anche in ambito culturale. Tamy Gazzola, in particolare, ha formato dal nulla un gruppo folcloristico che promette un gran bene. E' formato da una sessantina di elementi di tutte le età, che ha debuttato proprio in occasione di questo appuntamento. Applauditissimo anche per i costumi tradizionali, il coro si è esibito in un originale repertorio esclusivamente veneto, caratterizzato da brio e gentilezza.
Numerosa anche la presenza dei giovani: il loro amore per l’Italia è una sorta di naturale eredità, perché la loro patria è il Canada. Eppure anche loro sono parte attiva in quel gruppo folcloristico che tanto richiama il Veneto : "Uniti dal piacere di stare insieme e dall’amore per la musica - raccontano - abbiamo recuperato i costumi dei nostri padri, ricreando atmosfere che ci sono state raccontate".
Amano l’Italia dei loro genitori : "La sentiamo anche nostra per tutto il bello che vediamo - dicono -. Ma qui siamo più uniti a tutti i livelli. Si fa più comunità".